Sono moltissime le persone che soprattutto negli anni ’90 hanno acquistato una quota di multiproprietà in Europa o in qualche paese esotico. Proprietà multipla, ovvero il diritto di utilizzo di un immobile, per una o più settimane all’ anno per le vacanze.
Non c’è da meravigliarsi se questo tipo di investimento è diventato un’industria che oggi registra un giro d’affari di oltre 10 miliardi di Euro. Esistono infatti, in Italia più che in ogni altro paese Europeo, un altissimo numero di imprese interne che lucrano su questo tipo di affari. Al momento della firma del contratto, pochissimi utenti hanno tenuto conto e calcolato le ingenti spese che seguono la sottoscrizione dello stesso: spese di gestione, costi di adesione ad un circuito di scambio, costi di assistenza delle società gestrici e possibili costi legali in caso di malaugurate controversie.
Risulta che questa forma di investimento vacanziera è tutto tranne che conveniente e la maggior parte dei proprietari delle suddette quote, oltre a non utilizzarle più, preferirebbero vendere. I rischi però sono altissimi perchè praticamente la percentuale di compratori è inesistente. Alcune imprese si offrono disponibili a risolvere il problema con false soluzioni come commutare la quota posseduta con ” vantaggiose occasioni “. In poche parole, in cambio della propria multiproprietà, vengono attributi dei ” punti vacanza ” spendibili presso le imprese convenzionate che danno accesso a sconti per prenotare voli, vacanze, alberghi, e vetture a noleggio.
Purtroppo però, non è possibile pagare il costo della vacanza per intero tramite i punti vacanza, ma soltanto una parte che può variare dal 20% al 60% dell’ intera somma. A tal proposito l’ Unione Europea ha emanato una Direttiva comunitaria la (2008/122/CE) mirata anche alla copertura di contratti la cui durata sia inferiori a 3 anni, compresi quelli riguardanti roulotte, chiatte, camper, navi da crociera, e quelli relativi ai punti vacanza. C’ è da sottolineare che a Bolzano, presso il CEC ( Centro Europeo Consumatori) è noto come non esista nessun caso in cui, un consumatore sia riuscito a vendere la propria quota, con facilità e senza intraprendere faticosissime vie legali, fra l’altro inutili.
Oltre a quello di diffidare assolutamente di false offerte vantaggiose di commutazione o rivendita non sono molti i consigli da dare a chi vuole vendere una multiproprietà. L’ unico modo per liberarsene evitando di incappare in ulteriori contratti, per non continuare a pagare gli altissimi costi di gestione è purtroppo quello di cedere a titolo gratuito la proprio quota alla società di gestione. Ma questa non è certo una soluzione.