Alcune notizie da conoscere prima di effettuare in viaggio in india. Le autorità indiane non sono autorizzate a rilasciare visti in aeroporto. I turisti, quindi, devono richiedere il visto presso lAmbasciata dIndia a Roma, o a Milano presso il Consolato Generale indiano, almeno una settimana prima della partenza. Affinchè venga rilasciato il visto sono necessarie due foto in formato tessera e il passaporto, che deve avere validità residua di almeno sei mesi (o più lunga, dipende da quanto durerà il nostro viaggio) e dello spazio libero per posizionare il visto. Per quando riguarda i visti turistici, le normative adottate dal governo indiano sono alquanto restrittive. In particolare un turista dotato di visto deve far passare due mesi tra una visita e la visita successiva, e sono concesse deroghe solo nel caso in cui il passaggio in India sia solo una tappa per raggiungere altri Paesi. Il visto turistico viene rilasciato massimo per sei mesi, e il costo si aggira attorno ai cinquanta euro. Il visto per affari, invece, costa trenta euro in più e dura un anno. Infine è possibile ottenere un visto per cinque anni, in condizioni particolari, e costa centosessanta euro. Nel caso in cui si prenda parte a voli con destinazioni quali il Nepal, lo Sri Lanka e le Maldive, con transito in India, bisogna procurarsi un visto di transito: senza di esso non potremo lasciare laeroporto, per esempio se dovessero verificarsi dei ritardi. I controlli doganali per quanto riguarda gli stupefacenti sono molto rigidi. Non è obbligatorio effettuare alcuna vaccinazione, e alla dogana bisogna dichiarare somme superiori ai cinquemila dollari (in contanti) e ai diecimila dollari (in assegno). Per quanto riguarda la possibilità di esportare oggetti di valore, oppure di quantità di rilievo, bisogna procurarsi unautorizzazione doganale speciale prima di lasciare il Paese. Non è consentito, invece, procedere all’esportazione di prodotti più antichi di un secolo così come di prodotti derivanti da specie protette (per esempio, pelle di serpente oppure avorio). Infine alcune notazioni sui costumi indiani. Gli indiani dicono sì muovendo la testa allo stesso modo in cui noi la muoviamo per dire no. Per dire no, invece, agitano il capo lateralmente, e compiono un gesto con la mano di disprezzo. In alcune lingue indiane non esistono parole che significano per favore o grazie, e in altre esistono ma vengono usate molto raramente. Ciò non significa che gli indiani siano maleducati. LIndia è una terra dal patrimonio culturale vastissimo. La società è suddivisa in caste, che sono presenti praticamente nonostante la loro costituzione le abbia abolite ufficialmente sessantanni fa. Lattaccamento alla religione è fortissimo. Non solo induismo, ma anche buddismo e in misura minore cristianesimo e musulmanesimo sono fedi diffuse. Tuttavia, non sono rari gli scontri basati su questioni religiose. Caratterizzata ancora da una notevole povertà, tra le figure politiche più importanti dellIndia cè unitaliana, Sonia Gandhi, torinese di Orbassano.
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