Quello delle casalinghe troppo spesso finisce per essere interpretato socialmente come un lavoro invisibile, ossia che non gode di alcun tipo di riconoscimento come tale perché dato quasi per scontato, perché da sempre svolto in casa dalle donne.
Eppure, fermandosi per un attimo a rifletterci, si tratta di un’attività ( o meglio una serie infinita di attività) che richiede un’enorme fatica e responsabilità, svolto quasi ininterrottamente, in cui le ore non possono nemmeno venir quantificate economicamente; la casalinga non può avere mansioni specifiche e non ha orari di lavoro limitati e delimitati. Infine, inutile dirlo, le casalinghe non godono di ferie, permessi e tanto meno di mutua ( vuoi sapere quali sono gli orari per i controlli mutua, scoprili nella nostra guida).
Appare naturale, quindi, che ad un certo punto, seppure con ingiustificabile ritardo, sia emersa la necessità di disciplinare, a livello contributivo e previdenziale, questa tipologia di mansioni.
Insomma anche le casalinghe, da qualche anno, hanno diritto ad ottenere la pensione anche se sono molti coloro che non sono a conoscenza di questa possibilità. Vediamo allora come la si può ottenere.
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Come richiedere la pensione da casalinga
Le casalinghe e i tentativi negli anni per un minimo riconoscimento
Le casalinghe si occupano a tutto tondo di quella che è la gestione di una casa, un po’ come se il proprietario di una grande azienda svolgesse le pulizie degli impianti e le riunioni coi partner. E così la casalinga deve spaziare tra mille attività in un solo giorno, seguendo anche i figli nell’educazione e nei compiti, gli anziani (considerando anche quelli che sono attualmente i costi di una qualsiasi casa di riposo) e gli eventuali animali domestici.
Questo inevitabilmente ha sempre comportato l’esclusione delle casalinghe dalle categorie dei lavoratori, ma qualcosa sta cambiando in questo senso.
Da qualche anno, infatti, le casalinghe cominciano a essere considerate, almeno parzialmente, come lavoratori autonomi: certo non si può pensare di avere un salario mensile fisso, vise le evidenti ragioni economiche e visto che il lavoro non può essere quantificato, considerando che non esistono contratti di subordinazione e non esiste nemmeno un capo, però è pur vero che le casalinghe possono versare i contributi validi a fini pensionistici, per arrivare a ottenere la pensione di vecchiaia minima. Si tratta di versamenti minimi e volontari.
Negli anni Sessanta, a dire il vero, esisteva già qualcosa di simile, ma è un sistema che oggi non potrebbe essere sostenibile. Veniva chiamata Mutualità pensioni e prevedeva il versamento da parte delle donne che avevano compiuto i 15 anni di età fino al 50esimo anno di una data somma, anche se la pensione poteva essere percepita esclusivamente a partire dal 65esimo anno.
Questa forma era troppo limitante ed è stata prontamente sostituita da un Fondo pensionistico vero e proprio dedicato alle casalinghe. Da un lato sono stati ridotti gli importi da versare e dall’altro è stato esteso il periodo valido per i versamenti, estendendo il limite di iscrizione ai 65 anni e prevedendo la possibilità di cominciare a percepire la pensione già al compimento del 57esimo anno.
Ovviamente, è necessario fare richiesta all’Inps, perché non è una procedura che si attiva in automatico.
Per iscriversi è necessario presentare l’autocertificazione a meno che non si fosse già precedentemente iscritte alla mutualità. In ogni caso è necessario dichiarare che si posseggono tutti i requisiti per essere definite casalinghe; ovviamente quello di casalinga dev’essere l’unico lavoro, non devono essere percepiti salari di nessun tipo e nemmeno altri tipi di pensioni. Eccezione vien fatta per le donne che lavoro con contratto di part time a meno di 24 ore settimanali.
Vediamo di approfondire allora iter di richiesta e condizioni.
Che cos’è il Fondo Casalinghe e come funziona
Si tratta di un Fondo previdenziale, nato il 1 Gennaio del 1997, e rivolto a tutti coloro che, in ragioni di responsabilità familiari, si stato occupato da, come indica espressamente l’Inps:
“Lavori di cura non retribuiti”
Un sistema concepito a salvaguardia di queste persone, indipendentemente che siano donne o uomini, in modo da garantire agli uni e alle altre una pensione in vecchiaia, ma anche, eventualmente e indipendentemente dall’età, qualora il soggetto divenisse impossibilitato a svolgere una qualsiasi mansione lavorativa, una pensione per inabilità.
Chi può iscriversi al Fondo Casalinghe
La possibilità di iscrizione, evidentemente è riservata, senza alcuna distinzione di genere, a coloro che svolgono lavori di cura, la cui età sia compresa secondo quanto stabilito dalle norme per l’avviamento al lavoro, ossia che vanno dai 16 ai 55 anni, a patto che:
- vi sia lavoro non retribuito: come anticipavamo legato a precise responsabilità familiari, ma senza presentare alcun tipo do vincolo di subordinazione;
- Non vi sia lavoro dipendente e autonomo: ossia il soggetto non sa impegnato in una qualsiasi attività che preveda l’iscrizione alla Cassa previdenziale o altri enti
- in presenza di part-time: cioè se il soggetto sia titolare di un contratto che, per retribuzione e orario, veda una data contrazione delle settimane utili alla maturazione del diritto alla pensione
- nessuna titolarità di pensione diretta: ossia la necessitò che il richiedente non goda di alcuna precedente forma pensionistica
Come ci si iscrive al Fondo Casalinghe?
Requisito fondamentale il possesso del Pin Inps, visto che l’iscrizione può avvenire solo per via telematica.
La domanda può avvenire tramite una serie di canali:
- direttamente accedendo dal sito Inps, attraverso la sezione dedicata dell’Istituto
- Contact Center Multicanale, contattabile da linea fissa al numero verde 803164, mentre da mobile
al numero 06164164, secondo le tariffe previste dal proprio gestore - Patronato e tutti gli intermediari dell’Istituto autorizzati a poter svolgere tale tipo di attività
Per quanto concerne l’iscrizione, quando accettata, questa parte dal primo giorno del mese in cui è stata inoltrata la domanda.
Tra l’altro questa mantiene la propria validità, anche laddove non si registri alcun pregresso versamento.
Non meno importante sapere che, per chi fosse stato già precedentemente iscritto alla “Mutualità pensioni” s, non sia necessaria alcuna nuova comunicazione, essendo già iscritto d’ufficio nel nuovo fondo. Le somme eventualmente già accantonate sotto forma di “premio unico d’ingresso”.
Quanto si versa al Fondo Casalinghe
Una volta inoltrata la nostra richiesta, qualora non esistano ostacoli particolari, la domanda viene automaticamente accolta. Dal ricevimento della relativa comunicazione d’accoglimento per il richiedente la possibilità di effettuare i primi versamenti, potendo a tal fine, utilizzare i bollettini di conto corrente postale già presenti all’interno della missiva di conferma.
Relativamente alla contribuzione, importante sapere come la somma da poter versare è libera, anche se con una somma minima di € 25,82, si avrà diritto ad un mese di contribuzione.
Ossia il calcolo eve tener presente come l’Inps procederà ogni anno ad accreditare un numero di mesi di contributi quanti risultano dividendo l’importo totale versato per la somma fissa di 25,82 euro.
Supponendo, ad esempio, che l’importo complessivo versato nel corso dell’annualità sia stato 210 euro. Evidentemente il calcolo prevederà di dividere l’importo versato per 25,82
210÷25,82= 8 mensilità
Tra l’altro i versamenti potranno essere gestiti in piena autonomia dalla casalinga, la quale potrà procedere ai propri accantonamenti, per l’import che preferisce e quando vuole, sempre potendo disporre dei bollettini ricevuti.
Qualora gli stessi siano ultimati, inoltre, sarà possibile stamparli direttamente, già corredati di dati dell’iscritto, andando nella specifica sezione del sito Inps, dove sono disponibili in formato pdf.
Il percorso da seguire, per la precisione, sarà tipologia di utente> Cittadino>Fondo previdenza Casalinghe>Stampa bollettino.
Tenete in considerazione che, così come avviene er qualsiasi altro tipo di fondo integrativo, l’importo versato come contribuzione volontaria risultano interamente dal reddito imponibile Irpef del dichiarante, anche per i familiari fiscalmente a carico.
A quanto ammonta la pensione da casalinga
Come abbiamo già anticipato, da parte dell’Inps ci saranno due possibili erogazioni:
- pensione di inabilità: laddove si registri l’assoluta e permanente incapacità da parte del soggetto a svolgere qualsiasi tipologia di mansione lavorativa, ma a fronte di una pregressa contribuzione di almeno 5 anni
- pensione di vecchiaia: sempre a fronte di almeno 60 mesi di contributi, un trattamento contributivo dal compimento del 57esimo anno di età.
Relativamente a quest’ultima viene liquidata, a questa età, solo quando l’ammontare sia 1,2 volte l’importo dell’assegno sociale, ossia quando l’importo maturato corrisponda almeno all’importo dell’assegno sociale maggiorato di un 20%., in caso contrario la somma percepita sarà più bassa. Al compimento del 65° anno, invece, tale esigenza viene meno, ossia dopo i 65 anni, potrete percepire la pensione dal fondo Inps casalinghe senza l’obbligatorietà di alcuna soglia minima di reddito.
Questa pensione, però, non prevede alcun meccanismo di reversibilità, in quanto non può essere girata agli eventuali superstiti.
A quanto ammonterà la pensione da casalinga
La quantificazione dell’importo che verrà retribuito viene calcolato secondo il sistema del calcolo contributivo.
Le pensioni non risultano integrabili al trattamento minimo ne è soggetta ad una rivalutazione in base all’inflazione, potendo, però, sommarsi all’assegno sociale.
Aspettative deludenti, quindi, a meno che non si decida di accantonare somme importanti, ma, in questo caso, sul mercato esistono strumenti con maggiore appeal.
In soldoni, ad esempio, chi decidesse di versare mensilmente, per un periodo di 20 anni, i già menzionati 25,82, ottenendo perciò l’accredito dell’intera annualità, i suoi 310 euro annui ( leggi 25,82×12), frutteranno un cumulo globale pari a circa 9 mila euro accantonati. Questa somma, pur rivalutata secondo i coefficienti che vedremo in base al Pil e ad una serie di coefficienti tabellari a seconda dell’età del richiedente, si aggirerà ad una rendita annua di 600 euro scarsi, per un assegno mensile, udite udite, di ben 44 euro.
Per riassumere in breve, quindi, il calcolo dell’ammontare della pensione di una casalinga che abbia aderito al Fondo, si che vada in pensione a 57 che a 65 anni, viene sempre calcolato su mera base contributiva.
La somma, cioè, del totale di quanto accantonato annualmente viene dapprima rivalutato su base quinquennale del Prodotto interno Lordo e poi sommato l’importo di ogni anno ottenendo il montante contributivo. Tale importo sarà, infine, moltiplicato per un tasso di coefficiente deducibile da una tabella suddivisa per fasce distinte a seconda dell’età del richiedente (vedi immagine sotto) ottenendo la somma spettante all casalinga.