Di recente il diritto di precedenza per quanto concerne le assunzioni ha subito alcune modifiche, in seguito all’approvazione della “Legge di conversione” n. 78/2014 che faceva parte del decreto legislativo n. 34/2014. Andiamo a vedere, dunque, come sono cambiate le cose e in che modo si può esercitare tale beneficio.
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Requisiti e modalità per poter esercitare il diritto di precedenza
Per poter far valere il diritto di precedenza nelle assunzioni, è necessario un requisito fondamentale, ovvero poter vantare una prestazione lavorativa nella medesima azienda della durata di almeno sei mesi. Nel caso in cui il rapporto di lavoro sia durato più del tempo minimo di sei mesi, il lavoratore potrà far valere il suo diritto di precedenza entro un anno dalla scadenza dell’ultima prestazione svolta all’interno di quella determinata azienda. Questo diritto, però, può essere annullato dalla contrattazione nazionale che è stata stipulata.
Se, invece, il rapporto lavorativo ha avuto una durata inferiore a sei mesi, la legge non prevede alcun termine di scadenza per esercitare il proprio diritto. In tutti e due i casi, il lavoratore deve presentare al datore una dichiarazione per iscritto, attraverso la quale esprime la sua volontà di essere riassunto.
Il diritto di precedenza si può esercitare anche per le prestazioni stagionali: il lavoratore deve esprimere, sempre per via scritta, la sua volontà entro un periodo di tre mesi dalla conclusione del rapporto di lavoro e potrà essere ri-assunto con un contratto a termine esclusivamente per svolgere la medesima attività stagionale.
In casi come questo il diritto di precedenza ha una durata complessiva di un anno, dopodiché il datore di lavoro potrà liberamente assumere un’altra persona in qualità di dipendente. Il diritto di precedenza non lo possono esercitare coloro che sono stati assunti con un contratto a termine intermittente, come previsto all’interno dell’articolo 5 del “decreto legislativo n. 368/2001”; per questa tipologia di contratti, infatti, è valida un’altra normativa.
Nella lettera in cui il lavoratore esprime la sua volontà di essere nuovamente assunto, dev’essere presente un richiamo al diritto di precedenza nella quale sono specificate le condizioni che permettono di esercitare il beneficio.
Esiste poi l’eventualità che una lavoratrice sia costretta ad assentarsi dal lavoro – mentre è in corso il rapporto di lavoro a tempo determinato – per usufruire del congedo di maternità: in tal caso la lavoratrice potrà inserire nel calcolo dei sei mesi di rapporto lavorativo anche il periodo di maternità, pure se ha ottenuto da parte dell’Inps un indennizzo per il periodo che segue la conclusione del rapporto di lavoro.
Bisogna precisare che tale norma non è valida per le lavoratrici che sono state assunte per attività stagionali. È necessario ricordare, inoltre, che il diritto di precedenza all’assunzione non scatta in maniera automatica ma dev’essere sempre richiesto all’azienda tramite una lettera scritta.