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Depressione post partum e lavoro
E’ abbastanza frequente che la donna, nel periodo successivo al parto, attraversi un periodo di difficoltà e stress emotivo. Questa patologia di natura psicologica, spesso difficile da riconoscere, si chiama depressione post partum e si manifesta con svariati sintomi.
La legge equipara questo disturbo ad una malattia vera e propria e tutela la lavoratrice con la possibilità di astensione dal lavoro al fine di consentire il giusto approccio e la risoluzione del problema.
Cosa prevede la normativa che tutela le neo mamme
In caso di depressione post partum bisogna distinguere il caso in cui questa si manifesti nei 5 mesi di maternità obbligatoria o nel periodo di astensione facoltativa chiamato congedo parentale.
Nel primo caso non è necessario dare nessuna comunicazione al datore di lavoro in quanto il periodo di maternità prevede un’indennità giornaliera pari all’80% che comprende qualsiasi situazione di malattia. La durata del periodo di maternità è di 5 mesi e può iniziare uno o due mesi prima della data presunta del parto a discrezione della lavoratrice e delle sue condizioni fisiche.
Durante il congedo parentale, invece, l’indennità è ridotta al 30% della retribuzione, quindi per ricevere l’importo previsto per assenza giustificata per problemi di salute è necessario darne comunicazione al datore di lavoro e presentare il certificato medico per via telematica.
La retribuzione in questo caso varia a seconda della categoria professionale di appartenenza, dell’anzianità e della durata del periodo di assenza.
La lavoratrice è soggetta ad eventuali visite fiscali e i giorni di mancanza dal lavoro concorrono al calcolo del periodo di comporto, cioè il limite massimo di assenza per malattia oltre il quale può essere intimato il licenziamento.