Nel popolo fedele al Cattolicesimo, quella del Santo Rosario Mariano è una delle pratiche cardine. In un’era in cui però si è sempre più distanti dai dettami della religione (soprattutto i giovani), non tutti conoscono le regole e le origini di questa corposa preghiera.
Partiamo dall’etimologia. Rosario significa letteralmente “Corona di Rose“. In una delle sue apparizioni, la Madonna ha rivelato ai fortunati fedeli che ogni volta che si recita un’Ave Maria è come se Le si donasse una bella rosa. Di conseguenza, un Rosario è da considerarsi una montagna di rose o, più elegantemente, una rosa. Sulla stessa riga è comunque un’altra interpretazione del termine: in quanto la rosa è la regina dei fiori, il Rosario è il fiore più bello tra tutte le preghiere della religione cattolica, e quindi la degna dedica alla Vergine Maria. Il Rosario è definito una preghiera completa non perché semplicemente prolissa, ma perché al suo interno viene sapientemente riassunta tutta la storia della nostra salvezza.
Il Rosario porta alla meditazione su quelli che nel Cattolicesimo vengono chiamati Misteri, come la gioia, il dolore, la luce e la gloria di Maria e Gesù. Da questa preghiera trasuda umiltà, così come dalla figura della Vergine Maria. Quando recitiamo il Rosario preghiamo insieme con Lei, per ogni Ave Maria che le nostre labbra pronunciano la Madonna è lì al nostro fianco a fornirci la sua benedizione. Con questa preghiera Maria intercede per noi anche nelle nostre richieste a Gesù, questo perché il Cristo non può dire di no a sua Madre.